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Andrea Stival

Non so se vi è mai capitato di vergognarvi della razza umana. A me capita spesso, ma in questi giorni la nausea ha preso il sopravvento, dopo aver visto le foto atroci del corpicino di Andrea, appena otto anni, steso a terra senza vita in un mulino in provincia di Ragusa, a due passi dai luoghi immaginari del commissario Montalbano.

Renzi

“Vengo a portare un messaggio di fiducia alla Sicilia”, dice il premier Matteo Renzi in visita a Catania come se portasse il lieto annuncio. Del resto siamo in clima natalizio e il Presidente viene visto da molti come un Messia.

Ma dai proclami ai fatti passa molta acqua sotto i ponti. La Sicilia ha bisogno di risposte da questo governo: il tasso di disoccupazione sull’isola supera abbondantemente il 20% e la cifra quasi raddoppia se ci limitiamo a inquadrare la disoccupazione giovanile. Le problematiche delle periferie sono tante e serie, anche se Renzi non supererà il salotto buono della città e a Librino non metterà piede. Non parliamo delle condizioni in cui sono ridotte certe scuole, al limite dell’inagibilità.

Caro Presidente, lo slogan dell’ottimismo l’abbiamo già sentito in TV e ce l’ha ricordato in vent’anni di politica un altro tuo collega, ora impegnato in altri tipi di servizi sociali. Alla Sicilia importa poco se tu sei il nuovo che rottama il vecchio; ai siciliani interessa il pane, il lavoro e la dignità. Quella che abbiamo perso a suon di bunga-bunga a nostre spese.


Twitter: @aspitaleri

protesta

Slogan e striscioni a Palermo per la grande (doppia) protesta sindacale: da un lato la Fiom, dall’altra gli studenti. Trovarsi imbottigliati per quasi mezz’ora nell’occhio del ciclone offre spunti di riflessione di non poco conto.

“Perché protestate?”, chiedo a un quindicenne con la maglietta griffata che agita la folla a suon di slogan da spot tv. “Protestiamo perché bisogna farci sentire, qui va tutto male!”, è la sua risposta. “Ma cosa volete cambiare, di preciso?”, ribatto. “Non posso stare qui a dilungarmi, devo animare il corteo”, conclude l’adolescente prima di svignarsela.

L’impressione che ho avuto è la stessa che provo quando sento certi politici blaterare in TV di cose che non conoscono; un po’ come il ricco sfondato che ti parla del dramma povertà. Il problema, in Italia, è che siamo abituati alle scuse. Ci basta l’apparenza, l’inganno, l’estetica, non la preparazione e gli ideali. Lo stanno imparando bene le nuove generazioni. I politici del domani col DNA da tronisti.


Twitter: @aspitaleri