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neonata morta a Palermo

In più di dieci anni di cronaca ti abitui a tutto: sangue, atrocità, assurdità. Quello a cui non potrai mai abituarti è la vista di un neonato morto, innocente. Lì non c’è pelo sullo stomaco che tenga; c’è solo angoscia e disgusto.

A Palermo, ieri, una donna di 33 anni ha deciso di sbarazzarsi della figlioletta appena nata, gettandola in un cassonetto dell’immondizia. Con gli investigatori si è giustificata dicendo che “non respirava più” e quindi se n’è disfatta. Follia a parte - e l’auspicio di un lunghissimo periodo in strutture protette per chi ha compiuto un crimine simile - mi chiedo cosa stia succedendo alla nostra società. Una società che si scaglia sempre di più contro i piccoli; contro le donne; contro chi appare più fragile e indifeso.

Un cortocircuito dei vigliacchi; un modo per scaricare le frustrazioni o solo un virus invisibile che semina pazzia in un mondo che ha perso ormai la bussola. C’è da sperare solo in una inversione di tendenza; in una presa di coscienza o in un miracolo. Perché questo non è il mondo che vorrei consegnare un giorno a mio figlio.


Twitter: @aspitaleri

immigrazione

Scopriamo l’acqua calda: in Sicilia stiamo diventando sempre più xenofobi. L’immigrato ci preoccupa e spesso i fatti di cronaca che vedono gli stranieri come protagonisti in negativo non contribuiscono certo a rasserenare gli animi. E’ di stamattina la notizia dell’arresto di due bulgari che da una settimana a Catania piazzavano sofisticati scanner nei bancomat per clonare allegramente le nostre carte di credito e regalare agli sfortunati di turno un bel buco nel conto corrente.

Giusto parlarne, sia chiaro. Peccato però che quando accade un fatto che vede lo straniero come esempio positivo se ne parli troppo poco. Ieri, a Piazza Armerina, Samuel - un nigeriano disoccupato di 43 anni - ha trovato a terra 4350 euro in contanti e invece di metterseli in tasca e ringraziare il suo Dio li ha portati dritto dritto dai carabinieri, che non credevano ai loro occhi.

Ora, parliamo con sincerità: quanti di noi – anche non indigenti o disoccupati - trovando un rotolo di banconote così “imponente” avremmo fatto il nostro dovere di onesti cittadini? Inutile prendersi in giro: molto pochi, forse nessuno. Ma l’azione buona, si sa, non fa notizia, perché “sparare” sul diverso è sempre stato il nostro sport preferito.


Twitter: @aspitaleri

Massaggi hot

Prestazioni sessuali travestite da “massaggi rilassanti”. La cronaca ci porta a Giarre, in provincia di Catania, dove un centro benessere gestito da cinesi è stato sequestrato dai carabinieri, che hanno interrotto una 23enne proprio mentre stava per guadagnare un extrabonus da 50euro col cliente di turno.

Sgombriamo il campo da ipocrisie bigotte: i centri massaggi, che celano altri tipi di “benessere” rispetto al sollievo della cervicale, sono ovunque. E non servono mica approfondite indagini degli investigatori per capire che il business del sesso è dietro l’angolo. E’ un mercato che non risentirà mai della crisi; un mercato che andrebbe legalizzato abolendo la legge Merlin; che potrebbe far fruttare allo Stato milioni di euro in tasse e che potrebbe essere riformato in modo da garantire la prevenzione da pericolose malattie.

Invece fingiamo da decenni di non vedere che ad ogni angolo si battono i marciapiedi disturbando la povera gente costretta a subire gli schiamazzi di chi si concede in strada o negli androni; che si cercano escamotage per lucrare sulle marchette (leggasi centri massaggi); che si alimentano gli schiavisti del sesso. Ma i moralismi vincono su tutto. Il messaggio sembra essere: fate quello che volete, ma fatelo di nascosto: tanto ne colpiremo uno su 1000. E lo faremo in “pompa magna”.


Twitter: @aspitaleri