
Sembra che Papa Francesco voglia masticare qualche foglia di coca per inaugurare il suo viaggio in Bolivia, previsto dal 6 al 12 luglio. La notizia è stata rilanciata da tutti i principali quotidiani, virgolettando (in maniera paracula, perché col Vaticano non si gioca) le dichiarazioni del ministro della cultura di La Paz, rilanciate da due grandi agenzie di stampa: Reuters e Lapresse.
L’aspetto che più mi fa sorridere di tutta questa storia è che immagino già da adesso i commenti più disparati sulla questione. Gli antiproibizionisti inneggeranno al miracolo, ‘tirando’ un sospiro di sollievo; gli ultraconservatori minimizzeranno gridando alla manipolazione della notizia. Magari qualcuno si divertirà con i fotomontaggi, tralasciando il fatto che le foglie di coca non trattate sono considerate quasi sacre dalla popolazione boliviana, e praticamente chiunque – compreso il Presidente Morales – si diletta a utilizzarle come infuso e ottimo rimedio per il mal d’aereo.
Ma che volete farci: “Papa” e “coca” sono due parole che messe assieme fanno più colpo del bambino che morde il cane. Mi auguro solo che Bergoglio (certamente animato da buoni propositi) non cambi i suoi piani a causa della pressione mediatica. Quella si, che sa avere ‘effetti stupefacenti’...