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"I have a dream, a song to sing. To help me cope with anything. If you see the wonder of a fairy tale. You can take the future even if you fail" ("Ho un sogno, una canzone da cantare. Che mi aiuti a far fronte a tutto. Se vedi la meraviglia di una fiaba. Puoi sopportare il futuro anche se fallisci").

Il film inizia con queste splendide parole della canzone "I have a dream" degli Abba. A cantarle è Sophie (Amanda Seyfried) mentre inbuca gli inviti per il suo matrimonio destinati ai suoi tre probabili padri, scoperti tramite la segreta lettura del diario materno.

L'inizio è dolce, lento, ma il film pian piano cresce di spessore. Donna (Meryl Streep) dopo una giovinezza ribelle e vivace si è ritirata sull´isoletta greca dove, da sola, ha faticato a tirare su un albergo e una figlia, Sophie, ora ventenne.
L'arrivo dei tre uomini, probabili padri ed ex innamorati di Donna, animano l'isola. Ne deriva, attraverso gli intermezzi cantati e ballati, una sequenza di scontri e riconoscimenti, equivoci, spiegazioni, nostalgici tuffi nel passato, che contiene in sé e secondo le modalità dello spettacolo leggero e brillante il confronto tra due generazioni. Da una parte la generazione dei genitori convinta di aver cambiato il mondo e tutta fiera di un passato giovanile ribelle e anticonformista, dall´altra quella dei figli che sono invece ingabbiati nelle regole sociali, rinunciatari, privi di grandi ambizioni. Tutto ciò ovviamente fa riflettere i protagonisti sull'erroneo modo di pensare e di scegliere di entrambi. Così Donna comprende di essere fuggita da ciò che rivendica orgogliosamente, e Sophie realizza di stare per fare  un passo che non è lei a volere ma sua madre. Tutto si concluderà in un colpo di scena che ribalterà la situazione.
Meryl Streep domina la scena come una regina incontrastata e i tre partner maschili, i "tre padri" che sono accorsi alle nozze dalle loro rispettive e lontanissime vite perché non hanno mai dimenticato e hanno sempre continuato a rimpiangere ciò che da giovani vissero lì, sembrano adattarsi docilmente e volentieri a un compito un pò ornamentale.
Un grande plauso va a Phyllida Lloyd, regista di teatro e di lirica, che è riuscita ad unire tutti i tasselli di un grande puzzle, sembra quasi le canzoni siano state create per questo film. Mamma mia! Una commedia musicale da guardare in famiglia, da cantare, da ballare e da rivedere più volte.