Taormina, sabato 17 Luglio 2010. Il teatro antico si tinge dei colori delle luci proiettate sul palco e si veste con la classe dell’evento jazz. A dominare la scena nella suggestiva location Diana Krall, primadonna dello scenario musicale internazionale, eletta a ragione la nuova regina del jazz (dodici album all’attivo, tre Grammy Awards e numerosi successi di pubblico e critica). Questa è la seconda e ultima data italiana del suo “Quiet Nights World Tour 2010”, nato dall’ultimo album della cantante e pianista canadese. Un disco nel quale la Krall ripropone alcuni classici della bossa nova di grandi cantautori brasiliani come Jobim e Jao Gilberto, rivisitandoli in chiave jazz e sublimandoli con una voce intimamente sensuale, calda, tanto da sembrare un sussurrare di parole d’amore. Ed in effetti, la Krall sembra perfetta per cantare d’amore: il brano Quiet Nights è un incantevole omaggio al marito, Elvis Costello, con il quale ha due gemelli e un grande feeling musicale, essendo accomunati da una grande preparazione artistica e da un notevole amore per la musica. Un amore che Diana ha saputo trasferire al pubblico del concerto, estasiato per la sua raffinatezza, non solo musicale. Accompagnata da tre bravissimi musicisti, Anthony Wilson alla chitarra, Robert Hurst al contrabbasso e Karriem Riggins alla batteria, la cantante ha regalato un’ora e mezza di spettacolo di alto livello, carezzando i tasti del suo pianoforte e l’udito degli spettatori, donando vibrazioni e brividi al pubblico presente con l’esecuzione di A case of you, bellissimo brano di Joni Mitchell. E così nell’antica cavea del teatro hanno rivissuto i brani che hanno fatto la storia del jazz e della musica in generale, da Nat King Cole a Frank Sinatra, Oscar Peterson, Louis Armstrong. ‘S wonderful non è solo il titolo di una celebre canzone di George Gershwin. E’ l’idea che ci si fa’ di questo concerto: è il trionfo di un genere musicale tradizionalmente di nicchia, il jazz, che una bella e brava artista come la Krall ha saputo sdoganare, portandolo a un pubblico ampio riuscendo a rispettarne l’identità. Una serata carica di emozioni, una di quelle che dovrebbero ripetersi più spesso. Do it again, Diana.