Non chiamatelo amore se usate la pistola

Stefania Ardì aveva 20 anni e viveva ad Alì Terme, nel Messinese. Il suo ex fidanzato, Francesco, ne aveva 32. Qualcuno, per cercare di dare una spiegazione alla follia che ha offuscato la mente del giovane fino a portarlo a uccidere la ragazza e togliersi la vita con la stessa pistola, ha parlato di amore.

Amore non più corrisposto; amore impazzito; amore malato. Io non sono d'accordo sull'uso di certi termini, spesso abusati da noi giornalisti come fossero luoghi comuni, frasi fatte o stampelle verbali per comporre un titolo ad effetto. Non esistono omicidi per amore: c'è solo debolezza o vigliaccheria alla base di un delitto, casomai egoismo. La giovane Stefania aveva fatto una scelta: aveva troncato una storia che durava da 7 anni. Perché lo abbia fatto a noi non compete giudicarlo, come non spettava al suo ex imporle di stare insieme con la forza.

Situazioni strazianti come questa mi fanno riflettere sul solito, orrendo, senso di possesso che attanaglia la Sicilia nella concezione di un rapporto. Fino a quando l'uomo non imparerà che "amare" significa volere il bene dell'altro nonostante la sofferenza e persino il baratro dell’abbandono, non sarà degno di utilizzare quel verbo. Stefania è stata uccisa dal piombo e dalla polvere da sparo: di amore non c’era alcuna traccia.