
Immaginate di vivere in un mondo in cui chiunque può usare la vostra faccia per insultare qualcuno senza limiti e (in un certo qual modo) senza responsabilità. Per non andare troppo lontano, ci vivete quotidianamente.
E’ il mondo di internet, con le sue mille qualità e altrettanti inganni. A finire dentro a una di queste trappole, e senza alcuna responsabilità, è stato il noto giornalista Giampiero Mughini. A suo nome infatti un uomo di 41 anni originario di Biancavilla ha creato falsi profili Facebook, utilizzati per insultare senza alcun controllo e in maniera volgare chiunque gli venisse a tiro. Indubbiamente la condotta scellerata del buontempone siculo ha creato non pochi problemi al critico, che ha denunciato tutto alla polizia postale.
Dopo oltre due anni di indagini è saltato fuori il nome del responsabile, che a maggio dovrà comparire davanti a un giudice di Catania. Ovviamente c’è chi è pronto a scommettere che la pena sarà lievissima e chi si interroga sullo strapotere dilagante del web. Purtroppo chi lo fa non ha tutti i torti, se è vero che su internet ognuno ha voce; ci sono pochi controlli e spesso una bufala virale scambiata per vera può creare allarme tra la gente. Ancor peggio accade quando una persona è privata della sua identità, e quando la propria notorietà viene utilizzata per amplificare messaggi di odio e di violenza. Se questa è la contropartita della “democrazia telematica”, facciamoci due conti. Perché forse il gioco non vale la candela.
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