Editoriali
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Arresto di Massimo Carminati

Dalla Sicilia a Roma una linea invisibile congiunge gli affari sporchi di un Paese marcio. Puoi chiamarla come vuoi, ma la mafia – semmai avessimo fatto i finti tonti sino ad ora – non ha confini: boss siciliani parlano al telefono con la cupola criminale romana chiedendo appoggi logistici e organizzando omicidi.

IL’inchiesta “Mondo di mezzo” offre questo spaccato amaro. Ci parla di “patti” stretti tra i santapaoliani di Siracusa con l’ex Nar e sgherro della banda della Magliana Massimo Carminati; ci conferma, grazie anche alla collaborazione di pentiti, intrecci pericolosissimi che sarebbero presto degenerati in stragi e scambi di favori sempre più torbidi. Una bomba a orologeria fermata, forse, appena in tempo dagli inquirenti ma che non può non farci riflettere.

La mafia è un problema italiano; non del sud. La piovra colonizza il territorio partendo dalla politica di ogni bandiera e passando dall’impresa. Bustarelle e ghiotti affari; nomine pilotate; piccola e grande criminalità. Tutto è “mondo di mezzo”: un limbo viscido nel quale sguazzare per stuprare l’Italia da sud a nord. Un grande bordello dove puoi offrire e comprare di tutto. Del resto, così dice Carminati intercettato al telefono: “bisogna vendersi come le puttane”. Era ora che qualcuno cominciasse a ripulire i marciapiedi.

Twitter: @aspitaleri

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Antonio Spitaleri

Antonio Spitaleri, giornalista professionista, è il direttore responsabile del Gruppo Radio Amore. In quattordici anni di carriera ha lavorato a Roma, Siracusa, Catania. Già corrispondente dell'Agenzia nazionale radiofonica Area, per 7 anni ha curato la cronaca nera e la giudiziaria ad Antenna Sicilia, prima emittente tv siciliana, conducendo tg e trasmissioni d'informazione. Laureato in Giurisprudenza e utopista del giornalismo: crede che la realtà vada raccontata e difesa. Nonostante tutto.