
Come se la frenesia e le paure, in parte anche fondate, sul rischio terroristico non fossero già abbastanza pressanti, ci si mette di mezzo anche il cittadino algerino (sulla carta richiedente asilo) che passava il suo tempo a minacciare stragi ed esecuzioni ai danni dei bambini italiani, vantandosi di aver compiuto numerosi omicidi in Algeria.
Il suo soggiorno in Italia, come era facile ipotizzare, è durato poco. Subito (e doverosamente!) rimandato in patria. Ma lo strascico che certe notizie lasciano sull’opinione pubblica è tutt’altra cosa rispetto alla cruda cronaca. Si fa strada, infatti, un sentimento di insofferenza generalizzato che rischia di diventare incontenibile. Basta ascoltare le discussioni in strada; leggere certi commenti sui social; respirare quel senso di smarrimento che diventa rabbia quando l’aspirante terrorista di turno minaccia stragi contro i più deboli in ossequio a una religione travisata e distorta.
Risposte: la gente chiede risposte. Che non siano la solita tiritera dell’accoglienza indiscriminata e nemmeno l’estremismo ottuso di chi vorrebbe bombardare i barconi. E se proprio volete far saltare qualcosa in aria, provate con le barriere mentali.


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