Il dovere della correttezza

A scoppio ritardato, la scorsa settimana una frangia della stampa nazionale ha improvvisamente acceso i riflettori sulla visita del ministro Boschi a Catania in sostegno del SI al referendum costituzionale.

In quell’occasione un giovane studente di giurisprudenza ha espresso la sua opinione critica nei confronti della riforma, venendo stoppato alla fine dell’intervento dal Rettore dell’Università, struttura che ospitava il dibattito. Fino a qui i fatti crudi. La polemica viene dopo, ed è farcita dai titoli sensazionalistici che hanno trasformato uno studente preparato e attivo politicamente sul fronte del NO in un vendicatore in grado di demolire il Ministro. In realtà, dal momento che il video dell’evento è pubblico su internet, non sembra proprio che la Boschi sia stata zittita ma al contrario risulta evidente che abbia risposto punto per punto.

Non mi interessa difendere il governo, né il Ministro o tantomeno Renzi, sia chiaro in premessa. Risulta però intollerabile assistere alla manipolazione della realtà da parte di certa stampa. Un titolo a nove colonne è fuorviante per quanti non hanno la forza o la voglia di andare a leggere tutto l’articolo e certamente non dà prova di buon giornalismo. Perché la politica è un duello ad armi pari tra contendenti di diverse fazioni. Un giornale invece, al netto delle sue preferenze, dovrebbe rispettare almeno un presupposto di base: la verità dei fatti.

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