Editoriali
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guai in vista per l'Espresso

Puntuali come un orologio svizzero arrivano gli avvisi di garanzia per i due collaboratori de l’Espresso, autori dello scoop sull’intercettazione (al momento solo presunta, come a questo punto lo scoop) che ha trascinato nella bufera il Governatore siciliano Crocetta.

La Procura di Palermo ora ipotizza i reati di calunnia e diffusione di notizia falsa. Per il settimanale diretto da Luigi Vicinanza si apre dunque uno squarcio buio, che si affaccia per di più su un terreno minato. I segnali di affanno sono evidenti: il più eclatante consiste nell’aver, di fatto, consegnato nelle mani degli inquirenti (pur senza rivelarlo apertamente) il nome della ‘fonte’ che avrebbe sussurrato il contenuto dell’intercettazione fantasma ai cronisti. E’ lo stesso direttore a scrivere il giorno e l’ora esatta in cui l'informatore ha contattato il suo giornalista per “ricordargli l’intercettazione”. Basta quindi spulciare due tabulati per sapere nome e cognome, e poco importa se i giornalisti si avvalgono della facoltà di non rispondere.

Altra questione non da poco: la mega causa civile intentata contro il gruppo l’Espresso da Crocetta. E’ facile intuire che se i cronisti dovessero essere rinviati a giudizio e condannati nel procedimento penale, anche il giudice civile darebbe ragione al Presidente della Regione. Magari non verrebbero liquidati i dieci milioni richiesti, ma certamente una cifra di tutto rispetto. Ecco perché c’è già chi sottobanco ipotizza che tra i piani alti di via Cristoforo Colombo si stia valutando l’idea di una transazione, magari con tanto di clausola di riservatezza. Solo ipotesi, sia chiaro, che potrebbero essere spazzate via se comparisse per incanto quel nastro; se potessimo sentire le parole orrende pronunciate dal dottor Tutino contro Lucia Borsellino al cospetto di un Crocetta silenzioso. Ma quel nastro pare sia scomparso. I più cattivi dicono che non sia mai esistito.

Email: direttore@grupporadioamore.it

Twitter: @aspitaleri

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Antonio Spitaleri

Antonio Spitaleri, giornalista professionista, è il direttore responsabile del Gruppo Radio Amore. In quattordici anni di carriera ha lavorato a Roma, Siracusa, Catania. Già corrispondente dell'Agenzia nazionale radiofonica Area, per 7 anni ha curato la cronaca nera e la giudiziaria ad Antenna Sicilia, prima emittente tv siciliana, conducendo tg e trasmissioni d'informazione. Laureato in Giurisprudenza e utopista del giornalismo: crede che la realtà vada raccontata e difesa. Nonostante tutto.