a chi giova lo sciopero degli scrutini?

Più che uno sciopero contro la linea del Governo sul riassetto della scuola, il blocco degli scrutini appoggiato da alcune migliaia di docenti in tutta Italia sembra essere solo un goffo autogol alla Tafazzi.

Il perché, se togliamo il titolone a effetto che evoca un caos biblico, è presto spiegato. I prof. non possono scioperare per più di due giorni consecutivi; non possono bloccare le valutazioni delle ultime classi e quindi si limitano ad allungare il brodo di 48 ore negli scrutini delle classi intermedie. Pensate che questo possa creare qualche problema agli scolari che dovranno attendere un risultato al 99% già noto a tutti? Direi proprio di no. E se al dato aggiungiamo che i docenti – già pagati il 40% in meno rispetto ai colleghi europei – dovranno sborsare 13 euro lordi per ogni ora di sciopero, quale risultato si ottiene? Semplice: solo una perdita di soldi e tempo.

E’ vero che la scuola italiana ha bisogno di maggiori certezze e molto meno di prèsidi-dittatori, ma i sindacati – scusate la franchezza – hanno messo in scena una pagliacciata. Avrebbero dovuto pensarci prima, quando non hanno agito per impedire la revoca dello sciopero a oltranza. Adesso è tardi ma c’è chi grida alla rivoluzione: una rivoluzione a tempo determinato.

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