mafia capitale in Sicilia

Tutto il mondo è paese, soprattutto se si parla di affari loschi, di miliardi, di appalti. E quando si può guadagnare (sarebbe meglio dire speculare) sulle spalle dei migranti, ecco che mafia capitale diventa “mafia nazionale”.

La Procura di Catania non lo scrive ancora a chiare lettere, ma lascia intuire che ci sono elementi gravi nella gestione degli appalti al Cara di Mineo. Non a caso, appena ieri, la polizia giudiziaria ha raccolto faldoni e fatture del Consorzio “Sol Calatino” in cerca di riscontri con quanto emerso dal filone romano dell’inchiesta. Sussurra chi è bene informato che presto potrebbero saltare fuori responsabilità pesanti della vecchia nomenclatura siciliana, da destra a sinistra, e magari qualche bell’audio di intercettazione a corredo delle manette. Tutte ipotesi, chiaramente, che però fanno tremare più di una sedia.

Nell’attesa che la magistratura faccia il suo lavoro, ci auguriamo che si sia placato – almeno per il momento – il magna magna generale. Per sicurezza, però, non scarterei l’ipotesi del commissariamento da parte dell’Autorità anticorruzione. Giusto per cambiare un po’ l’aria...

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