Il vigile in divieto, benefattore della patria

A Palermo uno scatto imbarazza, e non poco, il capo dei vigili urbani. L’edizione locale di Repubblica ci mostra la foto dell’alto ufficiale, Vincenzo Messina, ‘paparazzato’ mentre esce dalla sua fiammante 500, posteggiata in divieto di sosta in piazza Castelnuovo.

Cause di forza maggiore, sembra rispondere l’ufficio stampa della polizia municipale, che prontamente offre una versione eroica dei fatti, con Messina (libero dal servizio e in tuta da giannastica) costretto a lasciare l’auto in zona vietata per sanzionare alcune irregolarità. “Emergenze” in piena regola, come i cani senza guinzaglio di un saltimbanco molesto e una carrozza in area pedonale. Nessuno può metterci la mano sul fuoco, ma nemmeno smentire.

Certo è che la foto ha fatto il giro del web, suscitando un vespaio di polemiche e una serie di domande. La più frequente è: quale urgenza ha giustificato il divieto di sosta? Un’aggressione? Una rapina? Un tentato suicidio? Nulla di tutto questo, ma tant’è. Il fedele servitore dello Stato ha ritenuto di dovere intervenire e l’ha fatto. Speriamo solo che lo prendano a esempio i suoi colleghi, verificando – prima di multare per divieto di sosta – se il trasgressore di turno non sia impegnato a salvare il mondo.