Raddusa e il massacro di Pasqua

Per chi deve ammazzare, un giorno vale l’altro. Certo, è innegabile che fa un certo effetto apprendere la notizia del massacro di due persone il giorno di Pasqua.

E fa ancora più effetto sapere che queste due vittime, due braccianti agricoli di Raddusa, nel Catanese, siano state ammazzate a colpi di fucile a pallettoni e lasciate in bella vista dentro un’auto: dettaglio che fa pensare a certi film americani anni ’70. Cosa ci sia dietro a un’esecuzione del genere, al momento non è dato saperlo. Gli inquirenti stanno scavando nel passato dei due braccianti e sembra che uno dei due abbia avuto anni addietro qualche problema con la giustizia. Molto probabilmente chi ha ucciso lo ha fatto premeditando ogni passaggio, compreso l’abbandono dei corpi dentro l’auto. Che sia un “messaggio pasquale” per le famiglie?

Ipotesi da romanzo giallo. Ipotesi che si sommano al consueto disgusto per una terra che non sa stare a lungo in astinenza da omicidi e crudeltà; dove gli assassini magari vanno in chiesa e comprano l’uovo di pasqua ai figli, e poi vanno a sparare ai rivali. Cartoline di ordinaria mattanza, insomma: macchiate dal sangue maledetto della vendetta e della mafia.