Andrea Stival

Non so se vi è mai capitato di vergognarvi della razza umana. A me capita spesso, ma in questi giorni la nausea ha preso il sopravvento, dopo aver visto le foto atroci del corpicino di Andrea, appena otto anni, steso a terra senza vita in un mulino in provincia di Ragusa, a due passi dai luoghi immaginari del commissario Montalbano.

A differenza dei film, in questo caso l’innocente per eccellenza è stato ammazzato – così ritengono gli investigatori – da uno o più orchi senza scrupoli. Un essere disgustoso che non ha provato pietà davanti allo sguardo impaurito di un bimbo che avrebbe dovuto trovarsi a scuola con il suo zaino a forma di uovo e i compagnetti, rubandogli per sempre il futuro e l’amore dei genitori. Non si sa ancora cosa ci sia dietro questo gesto abominevole: se sia follia, o una forma di vendetta, o ancora la depravazione di un malato. Ma conoscendo il funzionario di polizia che conduce le indagini, confido che chi si è macchiato di questo crimine orrendo non la passi liscia.

Non so cosa augurare a un assassino di bambini; e non voglio assecondare la rabbia di chi gli augura la morte. La morte di un assassino di bambini sarebbe per lui una semplice via d’uscita da un vita d’inferno. E io gli auguro di viverlo a lungo, l’inferno a cui si è condannato.

Twitter: @aspitaleri

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