L’estate non porta consiglio e, a quanto pare, non ha rilassato gli animi in una Catania ‘politica’ incazzata, che dialoga poco e male con l’Amministrazione comunale, quasi per nulla con l’elettorato.
Da una parte la Festa dell’Unità (non certo un successone, quanto a presenze) che ha privato i cittadini della libertà di godersi appieno la Villa Bellini. Dall’altro le polemiche sulla scelta della giunta Bianco di mettere in vendita immobili storici per riequilibrare - ma solo in parte e solo in teoria - il bilancio malandato della città. Assistiamo, insomma, a una lotta tra fazioni che si scannano a mezzo stampa e dirette concitate su Facebook.
In mezzo (ma sarebbe meglio dire di lato) c’è una città confusa, delusa, che si sente estranea ai teatrini e osserva la scena sullo schermo di un computer, manco fosse una fiction. Del resto, i precari restano precari e poco li riguarda la bega infinita dei dirigenti Sac sfiduciati e la corsa alla successione per le poltrone strapagate. Fiction, Reality show: a Catania la politica è poco più di questo. Ai cittadini non resta che guardare, tutt’al più televotare. Ma solo in periodo di elezioni.
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