Pene severe (sulla carta): i ‘fannulloni’ in Sicilia tengono il posto

Appena due giorni fa ho ascoltato con molto interesse la relazione del procuratore regionale della Corte dei Conti, Giuseppe Aloisio, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.

È emerso un condivisibile stupore per il numero mastodontico di indagini su dipendenti pubblici assenteisti, a fronte delle quali a quasi nessuno è stato dato il benservito. Aloisio qualche numero l’ha snocciolato: i suoi dati si riferiscono a Palermo, città che ha visto solo 44 impiegati assenteisti licenziati negli ultimi 5 anni. Dato a cui si sommano 68 dipendenti rimossi dalle società partecipate. Inutile dire che le indagini e i procedimenti disciplinari riguardavano migliaia di persone. Lungi da me fare di tutta l’erba un fascio, né condannare sulla base di un pregiudizio. Ma mi rifaccio alle parole del Procuratore della magistratura contabile quando sostiene che esistono sulla carta pesanti sanzioni previste dalla Riforma Brunetta, ma in Sicilia vengono applicate a macchia di leopardo.

Vale a dire che un’Amministrazione virtuosa punisce severamente il ‘furbetto del cartellino’ di turno, mentre un’altra si gira dall’altra parte. Continuando a pagare stipendi – con i soldi di tutti – a questi fortunatissimi parassiti.

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