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sale bingo sequestrate

Sequestrate due sale bingo: 8 indagati per bancarotta fraudolenta

Il classico trucco del labirinto (ma potete chiamarle pure “scatole cinesi”) per sbancare sempre, “giocando” però a spese dello Stato e dei contribuenti. E’ quanto hanno scoperto gli inquirenti romani che hanno denunciato otto persone per bancarotta fraudolenta e ordinato alla Guardia di Finanza di Catania il sequestro di due sale bingo: Alcalà e Caronda, attualmente aperte, ma sotto la gestione di un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale della Capitale. Secondo i magistrati, gli amministratori della società “Giocabingo S.r.l.” – due nomi noti a Catania - e altri sei indagati, tutti inseriti nella società in ruoli amministrativi, avrebbero spostato, “a un prezzo risultato palesemente incongruo, a nuove società appositamente costituite, sempre riconducibili ai due principali indagati”, la proprietà e la gestione delle due sale gioco.

I magistrati ipotizzano “la falsificazione delle scritture contabili, il sostenimento di oneri e spese non attinenti l’attività aziendale, l’omesso versamento delle ritenute erariali e previdenziali, la dissipazione di beni aziendali nonché la distrazione di ingenti somme di denaro”. Gli imprenditori, tanto per approfondire una delle contestazioni, avrebbero ripetutamente attinto risorse per centinaia di migliaia di euro dalle casse di una società poi fallita, senza alcuna giustificazione economico-commerciale, per viaggi di piacere e spese personali. Tra le operazioni contestate c’è anche l’ingiustificata rinuncia a crediti verso società collegate per oltre 5 milioni di euro. Per non parlare poi del fiume di soldi che i due versavano nei propri conti a titolo di “compensi”, attingendoli da imprese già in crisi. Dal 2004 al 2010, i finanzieri hanno verificato passaggi di denaro per 2.7 milioni di euro.

Per capire il trucco, basta seguire questo breve elenco cronologico: settembre 2009: cessione del ramo aziendale della “GIOCABINGO S.r.l.” relativo alla gestione della Sala Bingo“CARONDA” alla neo costituita “FIN BINGO S.r.l.”, al prezzo irrisorio di 30.000 euro (mai corrisposto) a fronte di un valore di mercato di circa 7,5 milioni di euro;

ottobre 2009: cessione del ramo aziendale della “GIOCABINGO S.r.l.”, relativo alla gestione della Sala Bingo “ALCALÀ”, alla neo costuita “CMT S.r.l.”, al prezzo irrisorio di 30.000 euro (mai corrisposto) a fronte di un valore di mercato di circa 7,5 milioni di euro.

La Sala Bingo “CARONDA”è stata successivamente ceduta dalla “FIN BINGO S.r.l.” alla “GOLD STAR 2013 S.r.l.”, il cui capitale sociale è detenuto al 50% ciascuno dalle società “PARTECIPAZIONI S.r.l.” e dalla “GOLDEN INVEST S.r.l.”. Queste ultime società risultano entrambe di proprietà dei due maggiori indagati e gestite per loro conto dalla società fiduciaria romana “WIDAR S.p.a.”.

Le quote della “CMT S.r.l.”(proprietaria della sala “Bingo ALCALÀ”), inizialmente posseduteda altri soggetti economici sempre riconducibili ai principali indagati, sono statecedute alla “GOLD STAR 2013 S.r.l.”, alla “GOLDEN RE S.r.l.” e alla “PLATINO S.r.l.”. Anche queste ultime società sono partecipate da familiari dei due principali soggetti indagati e dalle già richiamate“PARTECIPAZIONI S.r.l.” e “GOLDEN INVEST S.r.l.”

direttore@grupporadioamore.it